venerdì 23 maggio 2008

Rat Attack - ABC (Durantina Rage)

E questo cos'è?
Come cos'è?
Che domande Blood Bowl.

Rat Attack - ABC
Seconda partita seconda sconfitta.
Rat Attack con il fiato corto contro le squadre di peso della lega.
Un Durantina Rage iniziato sotto una cattiva stella che vedrà ancora un duro incontro per coach Capitan Falaska, la temibile X-Legio.

"Siamo fiduciosi, il gioco espresso in campo non rispercchia certo la classifica che ci portiamo dietro. Poche mete contro le squadre di peso della Lega ci hanno penalizzato ma non è facile giocare contro gli uomini bestia di Rapskalion e i pesantissimi orchi di Al Verdone.
Di certo il sorteggio non ci ha favorito mettendoci subito di fronte le squadre picchiatrici della BBC League
mah... tolto il dente risolto il problema.

Ai ragazzi ho chiesto un veloce riscatto, la X-Legio sarà un ottimo banco di prova visto anche i dissapori che si sono creati nel Mausoleum Memorial 2008.
Abbiamo recuperato tutti gli effettivi anche se purtroppo dobbiamo piangere la dipartita di Zato Ska. Cose che capitano in questo sport che non è certo per signorine.
Puntiamo molto sui nostri fuoriclasse e sono certo che Sturino guiderà la carica. Ha qualche conto in sospeso a quel che ricordo! (Nerone n.d.r.)"

Tutti i tifosi i tifosi del team Skaven si aspettano un pronto riscatto.
Tutto è pronto, l'ovale non aspetta che di essere calciato, le ferite di essere riaperte.
Amanti del Blood Bowl... pronti a scendere in campo

venerdì 16 maggio 2008

La banda dei quattro: i prossimi epurati

del 16 maggio 2008 (da Libero - News)








Il sito Dagospia li ha definiti la banda dei quattro: Beppe Grillo, Marco Travaglio, Michele Santoro e Antonio Di Pietro. «Tolti di mezzo questi, il Paese si può avviare verso la modernizzazione». Addirittura. Travaglio è colpevole di essere andato ospite a Che tempo che fa a dire certe cose su Schifani & Co., che peraltro erano state dette scritte tante volte in passato e ritenute veritiere da un giudice in seguito a una querela. Santoro è colpevole di ospitare Travaglio ad Annozero e di aver dato voce ai V-Day di Beppe Grillo, quasi oscurato invece dalla stampa nazionale. Di Pietro è colpevole di aver difeso Travaglio dagli attacchi dei suoi colleghi politici provenienti sia da destra che da sinistra: «Manovre contro il manovratore. L'ultimo tentativo per fermare chi ha ancora il coraggio di raccontare i fatti anche se sgraditi alla casta dei politici. Insomma verrebbe da dire: colpirne uno per addormentare la coscienza critica di cento. Ancora non è chiaro - aggiunge di Pietro - quali sarebbero i capi d'imputazione per Travaglio visto che ha solo raccontato fatti già noti e per i quali non si era levata alcuna indignazione. Episodi su cui molti cittadini, grazie all'informazione che hanno ricevuto, possono ora farsi un'opinione e giudicare liberamente». Beppe Grillo... Beh, Beppe Grillo è colpevole a prescindere no? Sempre per questioni di "casta".

Guai a toccare gli intoccabili, insomma. Tanto che, come abbiamo raccontato ieri, ora Travaglio s'è pure sentito dire da due dei maggiori quotidiani nazionali (si vadano a vedere le proprietà e gli azionisti) che lui va in vacanza in Sicilia e le spese del residence (pure bruttino tra l'altro) gliele paga la Mafia. Il quotidiano per cui lavora, la Repubblica, lo ha attaccato duramente tramite la penna di Giuseppe D'Avanzo e la redazione si è schierata dalla parte di Travaglio e contro D'Avanzo, per aver abbattuto a colpi d’ascia un collaboratore del giornale. E intanto sulle pagine del Venerdì esce oggi un pezzo di Gianni Barbacetto che dice su Schifani le stesse cose dette alla trasmissione di Fabio Fazio. Come mai? I tempi del settimanale sono lunghi e il pezzo è stato impaginato prima dell’exploit di Travaglio.

Ieri sera epico scontro ad Annozero tra Roberto Castelli e Marco Travaglio: ecco il video dei momenti più salienti:

«All'estero si usa così — ha detto Travaglio —, i giornalisti si scusano quando fanno errori, ma se dicono la verità a scusarsi sono i politici». Un monologo seguito con attenzione ai piani alti di viale Mazzini dove aleggiava la minaccia del dg Cappon: «Travaglio alla prossima è fuori». Ma al momento, secondo i vertici Rai, non sembra che emergano nuove violazioni. Insomma, se non oggi è domani. Preparatevi: i nuovi epurati saranno loro, i quattro della banda, Grillo, Di Pietro, Santoro e Travaglio.

giovedì 15 maggio 2008

La lettera - da Repubblica del 14 maggio 2008

Su Schifani ho raccontato solo fatti
di MARCO TRAVAGLIO

Caro direttore, ringrazio D'Avanzo per la lezione di giornalismo che mi ha impartito su Repubblica di ieri. Si impara sempre qualcosa, nella vita.

Ma, per quanto mi riguarda, temo di essere ormai irrecuperabile, avendo lavorato per cattivi maestri come Montanelli, Biagi, Rinaldi, Furio Colombo e altri. I quali, evidentemente, non mi ritenevano un pubblico mentitore, un truccatore di carte che "bluffa", "avvelena il metabolismo sociale" e "indebolisce le istituzioni", un manipolatore di lettori "inconsapevoli", quale invece mi ritiene D'Avanzo. Sabato sera sono stato invitato a "Che tempo che fa" per presentare il mio ultimo libro, "Se li conosci li eviti", scritto con Peter Gomez, che in 45 giorni non ha avuto alcun preannuncio di querela.

E mi sono limitato a rammentare un fatto vero a proposito di uno dei tanti politici citati nel libro: e cioè che, raccontando vita e opere di Renato Schifani al momento della sua elezione a presidente del Senato, nessun quotidiano (tranne l'Unità e, paradossalmente, Il Giornale di Berlusconi) ha ricordato i suoi rapporti con persone poi condannate per mafia, come Nino Mandalà e Benny D'Agostino (ho detto testualmente: "Schifani ha avuto delle amicizie con dei mafiosi. rapporti con signori che sono poi stati condannati per mafia"; la frase "anche la seconda carica dello Stato è oggi un mafioso", falsamente attribuitami da D'Avanzo, non l'ho mai detta né pensata).
Quei rapporti, contrariamente a quanto scrive D'Avanzo, sono tutt'altro che "lontani nel tempo", visto che ancora a metà degli anni 90 Schifani fu ingaggiato, come consulente per l'urbanistica e il piano regolatore, dal Comune di Villabate retto da uomini legati al boss Mandalà e di lì a poco sciolto due volte per mafia. Rapporti di nessuna rilevanza penale, ma di grande rilievo politico-morale, visto che la mafia non dimentica, ha la memoria lunghissima e spesso usa le sue amicizie, anche risalenti nel tempo, per ricattare chi tenta di scrollarsele frettolosamente di dosso. In qualunque altro paese, casomai capitasse che il titolare di certi rapporti ascenda alla seconda carica dello Stato, tutti i giornali e le tv gli rammenterebbero quei rapporti: per questo, negli altri paesi, il titolare di certi rapporti difficilmente ascende ai vertici dello Stato.

Che cosa c'entri tutto questo con le "agenzie del risentimento" e il "qualunquismo antipolitico" di cui parla D'Avanzo, mi sfugge.

Secondo lui i giornali, all'elezione di Schifani a presidente del Senato, non hanno più parlato di quei rapporti perché nel frattempo non s'era scoperto nulla di nuovo. Strano: non c'era nulla di nuovo neppure sul riporto di Schifani, eppure tutti i giornali l'hanno doviziosamente rammentato. I lettori giudicheranno se sia più importante ricordare il riporto, oppure il rapporto con D'Agostino e Mandalà (che poi, un po' contraddittoriamente, lo stesso D'Avanzo definisce "sconsiderato"). Ora che - pare - Schifani ha deciso di querelarmi, un giudice deciderà se quel che ho detto è vero o non è vero.

Almeno in tribunale, si bada ai fatti e le chiacchiere stanno a zero: o hai detto il vero o hai detto il falso. Io sono certo di avere detto il vero, e tra l'altro solo una minima parte. Oltretutto c'è già un precedente specifico: quando, per primo, Marco Lillo rivelò queste cose sull'Espresso nel 2002, Schifani lo denunciò. Ma la denuncia venne archiviata nel 2007 perché - scrive il giudice - "l'articolo si presenta sostanzialmente veritiero".

Approfitto di questo spazio per ringraziare i tanti colleghi e lettori (anche di Repubblica) che in questi giorni difficili mi hanno testimoniato solidarietà. Tenterò, pur con tutti i miei limiti, di continuare a non deluderli.

(14 maggio 2008)

The Big Kahuna

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare
un chewing-gum per risolvere un'equazionealgebrica.
I veri problemi della vita saranno sicu ramente cose che non t'erano mai
passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato... canta.
Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti. Non perder tempo con l'invidia.
A volte sei in testa. A volte resti indietro.
La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare
della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più
probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita,
perche più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un 85nne.
Sii cauto nell'accettare consigli, mal sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo,
passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.

mercoledì 14 maggio 2008

Etica - Questa sconosciuta

«Il primo passo nell'evoluzione dell'etica è un senso di solidarietà con essere umani»

(Albert Schweitzer, Premio Nobel per la pace 1952)

L'etica (il termine deriva dal greco ἦθος, ossia "condotta", "carattere", “consuetudine”) è quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di distinguere i comportamenti umani in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati. Si può anche definire l'etica come la ricerca di uno o più criteri che consentano all'individuo di gestire adeguatamente la propria libertà; essa è inoltre una considerazione razionale, dei limiti entro cui la libertà umana si può estendere.

Spesso viene anche detta filosofia morale. In altre parole, essa ha come oggetto i valori morali che determinano il comportamento dell'uomo.

È consuetudine differenziare i termini 'etica' e 'morale'. Sebbene essi spesso siano usati come sinonimi, si preferisce l'uso del termine 'morale' per indicare l'assieme di valori, norme e costumi di un individuo o di un determinato gruppo umano. Si preferisce riservare la parola 'etica' per riferirsi all'intento razionale (cioè filosofico) di fondare la morale intesa come disciplina.

L'etica può essere descrittiva se descrive il comportamento umano, mentre è normativa (o prescrittiva) se fornisce indicazioni. In ogni caso l'indagine verte sul significato delle teorie etiche.

Può essere anche soggettiva, quando si occupa del soggetto che agisce, indipendentemente da azioni od intenzioni, ed oggettiva, quando l'azione è relazionata ai valori comuni ed alle istituzioni.

Una calda giornata estiva - 1 agosto 2006












La tromba di Parker

Veleggiano note sulla canicola estiva.

Pareti a sostenere bottiglie

vecchi rossi ormai nobili

affiancati a giovani bianchi in attesa di frescura.

Fumano le orecchiette sposate a carciofi e pendolini

velate, come gambe di eleganti villeggianti,

da lievi coriandoli di ricotta.

Parker suona.

Sapori e suoni a contrasto.

Solo, a scavare uno spazio di intimità,

sapori poveri che si mescolano

e si vestono di suoni eleganti

dita che accarezzano i tasti del piano

mentre, con cura, la forchetta raccoglie gli ultimi sapori.

Profumi, suoni, sapori che riempiono

una calda giornata estiva

martedì 13 maggio 2008

Non pensarci

Qualche giorno fa mi sono trovato a dibattere su un forum sulla presa di posizione del neo-sindaco romano Gianni Alemanno riguardante la possibilità di invitare, alla Festa del Cinema di Roma, ospiti stranieri o comunque di levatura internazionale.
Risparmiare per finanziare il cinema italiano.
Come sempre, tanti fieri nazionalisti della terra dei cachi, hanno applaudito la scelta del nuovo "piacione" nazionale, facendo muro sulla difesa del cinema "de noialtri", fieri dei nostri prestigiosi registi italiani figli e nipoti degli Olmi Fellini e Monicelli.
Come non difendere il cinema che nelle lunghe vacanze Natalizie ci propina panettoni carichi di simpatia e che da ormai tanti anni ci ricordano che noi italiani siamo fieri delle nostra vacanze di Natale, che siano in crociera, a Miami o New York.
Peccato che film, che oserei definire piccoli capolavori del proprio genere, passino, all'occhio di questi eccelsi difensori del cinema italiano, nell'indifferenza più assoluta, nel silenzio.
Difendiamo il cinema italiano solo in dibattiti pseudo-culturali facendo poi la fila al botteghino per scegliere se il mattatore invernale sia Massimo Boldi o Cristian De Sica.
Entrare al cinema e trovarsi con un paio di altri sventurati, fa pensare che forse tu sia lo stupido e gli altri (quelli a casa) troppo intelligenti per non uscire da una massificazione generalizzata che preferisce il culo della Yespica a film, di certo non impegnativi, ma di gran lunga meno banali, più curati e divertenti.
Se le pellicole che lo Stato finanzia venissero anche distribuite ai cinema e se le sale non rimanessero vuote a favore "pessimi" film americani, non sarebbe necessario dibattere, come succede in questi giorni, se destinare i fondi pubblici per invitare qualche ospite straniero o produrre qualche nuovo film. I film si produrrebbero con gli incassi e le star americane avrebbero meno risalto se paragonate ai nostri bravi attori italiani.

Chiuso lo sfogo, grande film!!!

Non pensarci - Grande Valerio Mastandrea, bella regia (Gianni Zanasi), storia semplice, ma attuale e carina di un disagio della provincia benpensante, di una famiglia benestante all'apparenza felice e normale.

Stefano, musicista che ha conosciuto anche piccoli momenti di gloria nella capitale, decide di tornare al punto di partenza (Rimini), di ripartire dalla famiglia per resettare e ricominciare.
Il confronto con una realtà totalmente diversa dalla sua lo porta a scoperte che riguardano la sua famiglia, nuove e inaspettate.
Il fratello maggiore a un passo dalla separazione e dall'esaurimento nervoso con l'azienda di famiglia ormai al fallimento, la sorella estraniata dal mondo dedita solo agli amati delfini e i genitori che lentamente invecchiano apparentemente ignorando quello che succede attorno. Rimboccarsi le maniche, affrontare nuove situazioni per riportare tutto a galla, salvare gli altri per ritrovare se stessi.
Ogni problema affrontato sarcasticamente, sorridendo anche alle notizie più sconvolgenti.
Piccolo capolavoro di un nuovo neorealismo italiano.

Poi non ditemi che non abbiamo bravi attori in Italia





Trama:
Un chitarrista rock fallito e ammaccato (Valerio Mastandrea) torna dalla Grande Città in cui aveva tentato l’avventura alla casella di partenza: la casa della sua famiglia a Rimini. Dove il fratello, (Giuseppe Battiston) sempre più grasso, gestisce con scarsi successi la fabbrica di famiglia di ciliegie sotto spirito; la sorella (Anita Caprioli) se ne sta sempre sola con i delfini dell’acquario. E i genitori invecchiano apparentemente ignari di tutto, o quasi... Preso in contropiede da una serie di rivelazioni e scoperte famigliari per lui sempre più incredibili, il protagonista si ritrova suo malgrado costretto ad occuparsi assurdamente e a modo suo di tutti. E alla fine è forse proprio in questo modo che, dopo tanto tempo e senza accorgersene, finisce con l’occuparsi di se stesso.

FilmUP

venerdì 9 maggio 2008

Il Botero ritrovato alla periferia di Trento

La polizia ha recuperato una delle sette statue di Fernando Botero rubate nell'ottobre scorso dalla Fonderia artistica 'L'Artè di Pietrasanta (Lucca). La statua è stata trovata in una campagna nella zona nord della città, nei pressi dell'Autostrada del Brennero. Il mese scorso altre tre statue erano state ritrovate alla periferia di Verona. L'opera ritrovata è "Cane 2006", che reca la firma di Botero. Del peso di 15 kg, la statua verrà al più presto analizzata dal gallerista Pontini di Venezia che dovrà certificarne l'autenticità.


Un sorriso cordiale a passo veloce (del 18 ottobre)

Qualche settimana fa, in silenzio se n'è andata una persona a cui ho voluto dedicare queste poche righe. Non un familiare o un caro amico ma una persona che ha accompagnato i giorni della mia vita. Una "comparsa" a cui ho voluto rendere un affettuoso omaggio.


Un sorriso cordiale a passo veloce

ricordi che lentamente svaniscono

il nome di un grande, passato, ciclista

Un sorriso cordiale a passo veloce

foto in bianco e nero

una squadra di giovani calciatori

mio padre il piccolo e lui il vecchio

Un sorriso cordiale a passo veloce

persone che passano a margine della vita

che la completano e la rendono tale

Un ultimo saluto veloce e cordiale

al suo sorriso e al suo passo


mercoledì 7 maggio 2008

Se a te l'Italia va bene così com'è non cliccare sul questo link

Basta! Parlamento pulito

Un soffio di vento

Un soffio di vento, di un maggio ormai agli sgoccioli, aria calda di un’estate arrivata in anticipo.

Il vestito leggero, morbido, cade sui fianchi stringendo le forme perfette, scende piano e allargandosi per fare da banderuola di quel alito caldo di brezza.

Sorride, sposando con la radiosità di luce emanata, un sole caldo che non teme le nuvole di passaggio.

Volano bassi i gabbiani e planano sulla spiaggia per riposare le ali e ripartire veloci al suono dolce della sua risata.

La maglietta corta, lascia all’aria calda, la pelle appena colorita dai primi raggi di sole, un po’ scollata sui seni che con fare inopportuno tirano il cotone mettendo in evidenza le belle rotondità. Scalza cammina piano sulla sabbia, in mano le scarpe appena tolte che si muovono ondeggiando ad ogni passo.

Un brivido, la sabbia fredda, percorre il corpo in un fremito.

Persi, due occhi guardano, il radioso spettacolo di quel giorno di fine primavera.

Piedi nudi a ripercorrere le orme leggere di lei, a sorridere di quelle movenze allegre e spensierate. Abiti semplici, semplicemente indossati dai colori chiari e delicati.

I pantaloni di lino cadono morbidi e larghi fino a coprire i piedi insabbiati.

Si guardano con occhi teneri, persi uno nell’altro.

Le scarpe, abbandonate a terra per liberare le mani e per stringersi una all’altra.

I piedi bagnati dalle onde lente del mare piatto, l’acqua fredda che risveglia i sensi e si mescola con il caldo tepore del sole.

Faccia a faccia, occhi negli occhi, e le labbra che si toccano mentre le mani si stringono.

Un bacio lieve, appena appoggiato, ma caldo e dolce…

Mi piace... di domenica 17 febbraio - Laives

Mi piace camminare solo.
Mi piace ascoltare la musica alta in cuffia.
Mi piace guardarmi attorno, osservare, scrutare sorridere alla gente che incrocio.
Mi accorgo di fare il "broncio", di tenere il labbro inferiore su quello superiore, lo faccio inconsapevolmente quando sto bene, quando sono rilassato.
Poi mi fermo, cerco un posto tranquillo, al sole, mi siedo e scrivo.
E' da tano che non lo facevo, l'ultima volta quando vivevo ancora a Firenze, spesso dopo il solito giro mi fermavo agli Uffizi o all'Albereta (quanto mi manca il solito giro).
Oggi ne avevo proprio bisogno, camminare in un luogo che non conosco, carpirne i non luoghi, gli angoli particolare, respirare il genus loci che ogni posto cela.
oggi poi, la testa è annebbiata e lo stomaco ribolle per le, troppe, birre della sera.

C'è il sole, l'aria è fresca e frizzante come solo in montagna può essere, facile da incamerare nei polmoni, pulirli e poi liberarla in un soffio.
Sono seduto di fronte una chiesa... anzi davanti al piccolo cimitero che la affinca.
E' sempre emozionante scoprire dei luoghi così belli, una chiesa vecchia, una chiesetta di montagna che nasconde un'enorme sorpresa, quasi da rimanere senza fiato, senza parola.
Sono rimasto solo, un'ora a girare per la chiesa, a scattare fotografie, a capirne la luce, i tagli sul soffitto, i piccoli particolari. Mi piace osservare, mi piace esercitare i miei occhi a carpire i cambi di colori che il sole provoca muovendosi.
Mi piace camminare solo.
Mi piace ascoltare la musica alta in cuffia.
Mi piace guardarmi attorno, osservare, scrutare sorridere alla gente che incrocio.

Un motivo lo si trova sempre

Perchè sono qui... ancora non l'ho capito. A volte sento l'esigenza di scrivere, di sfogare il disagio che questa società mi provoca. L'indifferenza, la superficialità, il disinteresse delle persone.
Basta girarsi attorno, guardarsi senza necessariamente approfondire per capire che tutto è fermo, statico, sospeso. Si dibatte ancora sul campionato di calcio, sento ancora parlare di Moggi, di arbitri, di fuorigioco. Non si dibatte, non ci si accorge che davvero siamo ormai fuori gioco. Fuori da ogni decisione, da ogni iniziativa. La società "civile" si mobilita ma poi tutto cade nell'indifferenza a seconda di quanto i media reputino interessante la notizia. E noi? Noi restiamo sospesi, appesi come manichini stanchi ad aspettare. Cade il governo e che si fa? Ci si "scansa", come ci si "scansa" come a Napoli per evitare immondizia addosso. Legge elettorale, referendum, sentenza SME. Sale la benzina ma nessuno si chiede perchè. Sarà colpa di Bin Laden, di chi altrimenti. Continua...

Sagge parole...

Quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso
l'ultimo bisonte, pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non
poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche.
-Toro Seduto-